• Allergia o intolleranza?

    Allergia o intolleranza?

    Cari pazienti parliamo di intolleranze alimentari…..parliamo di allergie…quest’ultime diverse dalle prime in quanto sono immunologicamente mediate (IgE mediate o Linfocita T) e possono portare anche a shock anafilattico, pertanto vanno ben attenzionate.

    Spesso i pazienti fanno confusione tra intolleranze e/o allergie alimentari. L’intolleranza alimentare può anche essere un fatto momentaneo, provoca una sintomatologia che regredisce con l’eliminazione dell’alimento nella dieta del soggetto e si può tentare di riprovare, se si vuole, dopo un pò di tempo più o meno lungo a seconda della sintomatologia stessa e della gravità del sintomo. Considerate che spesso il sintomo si manifesta anche dopo ore (2-36 h) quindi anche nel caso di sospetta intolleranza alimentare, occorre comunque eliminare l’alimento sospetto, per verificare la scomparsa del sintomo, così da attribuire la giusta responsabilità alimentare.L’aspetto che riguarda invece l’allergia alimentare è più complesso in quanto vi è la partecipazione del sistema immunitario, con la risposta rapida ed esagerata del sistema immunitario all’alimento ingerito (antigene), quindi verso quella molecola estranea percepita come una minaccia dall’organismo stesso. La conseguenza è la liberazione di  Istamina, (e altre sostanze quali Leucotrieni e Prostaglandine) una sostanza che media l’infiammazione prodotta, dando la “reazione allergica” (talvolta anche grave) che può essere immediata oppure può presentarsi anche a distanza di ore/giorni. Esiste una predisposizione genetica a questa patologia, ad esempio i neonati con un genitore che soffre di allergie, il rischio di sviluppare un’allergia alimentare è due volte superiore rispetto ai neonati i cui genitori non soffrono di allergie. Se poi entrambi i genitori sono allergici, il rischio aumenta da quattro a sei volte, infatti l’allattamento al seno in confronto con l’alimentazione artificiale, ridurrebbe nel neonato il rischio di allergia alimentare. Anche nel caso in cui ci siano in famiglia fratelli allergici, il solo allattamento al seno per 4-6 mesi sembra sufficiente a fornire una certa protezione al neonato. La patologia allergica sia per la sintomatologia che ne consegue, che per gli effetti sulla salute, va opportunamente valutata e diagnosticata dal medico.

    Tornando alle  intolleranze alimentari, pare siano diventate ….”di moda” nel profilo diagnostico soggettivo….oggi parecchi pazienti sono convinti di essere intolleranti al latte…pane…pasta….latticini….e magari qualcuno sicuramente lo è  però vorrei trasmettervi un messaggio ben preciso:

    Domandatevi se veramente ogni qualvolta ingerite questi alimenti, avete la medesima sintomatologia? Non sarà una questione di moda? Perchè posso dirvi che sicuramente nella popolazione esistono svariati casi di intolleranza a certi alimenti o componenti alimentari, ma nell’esperienza quotidiana mi pare di capire che si tratti di una condizione dettata dalle circostanze….un paziente mi dice:

    Sono intollerante a…..ma non riesce a spiegare bene la sintomatologia che tra l’altro non è ricorrente e davanti ai test, costosi e dall’attendibilità equivoca, si scopre una positività all’intolleranza ridotta (+) A questo punto vi dico, nell’incertezza va bene con la rimozione di alcuni alimenti ,(oggi esiste anche una moda alimentare) però non chiamiamola intolleranza….chiamiamola scelta “condizionata” perchè l’intolleranza alimentare si manifesta quando il corpo non riesce a metabolizzare correttamente un alimento o un componente alimentare, ma dopo un pò di tempo il problema di solito regredisce completamente. Questo non è possibile con le allergie verso alcuni alimenti (es. Glutine) mentre nel tempo lo è verso altri (es. proteine latte vaccino, uova, pomodoro…..) Ma allora se non sussistono problemi di intolleranza/allergia perchè privarsi di certi alimenti? 

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