• Il circolo vizioso dell’obesità

    Il circolo vizioso dell’obesità

    Circolo vizioso dell’obesità

    Ebbene si, la dieta spesso è un fallimento ma è partendo da questo presupposto che vi spiego come non cadere in errore, una volta intrapreso un percorso dietoterapico. I meccanismi che vanificano gli sforzi fatti per perdere peso hanno origini diversificate biologiche e psicologiche:

    -Una dieta troppo rigida che induce alla riduzione della spesa energetica da parte dell’organismo (metabolismo basale non riattivato)

    -La non adesione allo schema prescritto (frequenza dei pasti, scelta alimentare per qualità e quantità)

    -Dormire poco

    -Alterata risposta ormonale (Leptina-Grelina)  e alterazione del meccanismo omeostatico dei centri ipotalamici responsabili del senso di sazietà/fame per cui si verifica la necessità di una “ipernutrizione” con conseguente aumento di peso.

    -Il non rispetto dei controlli a cadenza periodica, utili al professionista per verificare l’andamento dell’applicazione dietetica ed eventualmente apportare le dovute modifiche.

    -La ripresa dello schema dietetico secondo un meccanismo yo-yo (Sindrome del peso Fluttuante ved. Articolo)

    -Perdita della motivazione, mancanza di interesse e noia

    -Rifiuto del movimento (camminare velocemente, corsetta settimanale)

    -Dieta fai da te con perdita veloce dei chili (no adipe) e ripresa ponderale doppia in breve tempo.

    -Ipoglicemia reattiva  (richiesta continua di dolci e zuccheri)

    -Abbandono dello schema dietetico prima del periodo di mantenimento

    -Obesità in età pediatrica, familiarità al sovrappeso, difficoltà a gestire la dieta in ambito familiare (difficoltà ambientali)

     

    A questo punto vediamo cosa fare per far si che la dieta sia un successo e che il risultato sia perenne:

     

    -La dieta non può essere drastica, non si può eliminare un nutriente (es. carboidrati complessi) occorre equilibrio (qualità e quantità) tra TUTTI i nutrienti. Questo aiuta moltissimo a riattivare un metabolismo lento inducendo il soggetto ad aumentare la propria capacità di spesa energetica.

    -Lo schema dietetico va “concordato” col paziente, tenendo conto di tutti gli aspetti soggettivi ( Lavoro e orari , eventuali intolleranze e allergie e/o preferenze alimentari)

    -Iniziare a pensare alla dieta come ad un nuovo “stile di vita generale”, con una maggiore considerazione di sé, dei propri bisogni, nella consapevolezza di dover raggiungere l’obiettivo prefissato seguendo delle semplici regole.

    – Stabilire col Nutrizionista una comunicazione che consenta allo stesso di valutare  l’andamento dietoterapico ed eventuali condizioni sopraggiunte (Stipsi, diarrea, attacchi di fame fuori orario)

    -Rispettare sempre i controlli periodici, sono quelli che oltre a consentire la valutazione della perdita di peso (Adipe) apportano i cambiamenti alla dieta fino a completamento (Reintroduzione di tutti gli alimenti anche quelli che pensate facciano ingrassare…)

    -Non pensare mai di essere diventati così bravi da scegliere il “fai da te”

    -Aumentare la motivazione pensando a cosa vi ha spinto ad iniziare e valutando via via i risultati, proseguire con l’intento di migliorare ancora!

    -Guardare al cambiamento anche per quanto riguarda il movimento. Anche nell’ipotesi che si è impossibilitati ad andare in palestra (spesso non occorre) basta fare le scale a piedi, camminare almeno 1 ora al giorno evitando di prendere l’auto quando non è effettivamente necessario, se possibile, organizzarsi una corsetta anche 2 volte a settimana (mattina o sera)

    -Capire che il sovrappeso, anche in età pediatrica e adolescenziale, è causa di obesità in età adulta con conseguenze sulla salute a lungo termine.

    Un buon professionista deve saper valutare eventuali patologie indirizzandovi a specialisti di pertinenza, infatti alcune patologie restano silenti (Iperinsulinemia, diabete, intolleranza agli idrati di carbonio, resistenza insulinica, alterazioni della funzionalità tiroidea, Ipertensione arteriosa) ma egualmente pericolose se non considerate. Ricordiamoci che fare “dieta” vuol dire mantenersi in buona salute nel tempo ed è un valore aggiunto alla nostra vita, da trasmettere anche all ’interno del nostro ambiente familiare….questa è la migliore prevenzione!

    Dott.ssa Claudia Bottino

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